martedì 15 luglio 2025

“Conceptual Poop Art” di Giorgio De Cesario in mostra 150 opere ne La Casa degli Artisti Gallipoli


 

“Conceptual Poop Art”, la nuova mostra di Giorgio De Cesario a cura di Emmanuel Mons delle Roche, vuole essere essenzialmente una provocazione estetica contro i paradossi del mercato dell’arte contemporanea, ma, nello stesso tempo, rappresenta un viaggio tra le sue 150 opere e i suoi personaggi con i volti in argilla in rilievo sulla tela. Non solo. Per la prima volta sono esposti al pubblico i suoi studi per la realizzazione di cravatte che riproducono particolari di famose opere d’arte. Invitati d’onore saranno infatti alcuni rappresentanti dell’industria tessile e di cravattifici italiani e stranieri.

La mostra si svolgerà presso la galleria permanente dell’artista ubicata ne La Casa degli Artisti di Gallipoli in via Lepanto 1. Sarà aperta al pubblico ogni giorno dal 2 agosto al 30 ottobre 2025 dalle ore 18 alle ore 20. Ingresso gratuito.

“Conceptual Poop Art” di Giorgio De Cesario

Una provocazione estetica contro i paradossi del mercato dell’arte contemporanea

Noto per le sue opere policromatiche e fortemente identitarie, Giorgio De Cesario – artista e architetto salentino – ha sempre saputo coniugare la tradizione e l’innovazione, la materia e il simbolismo. I suoi iconici volti femminili in argilla incastonati su tela e impreziositi da orecchini veri, parlano di un’arte viva, sensuale, radicata nel territorio e al tempo stesso aperta alla critica sociale e culturale.

Con la sua nuova opera “Conceptual Poop Art”, De Cesario si inserisce con forza nel dibattito sull'autenticità e il valore dell’arte contemporanea, proponendo una dichiarata e caustica contestazione all’ormai celeberrima “Comedian” di Maurizio Cattelan – la banana incollata al muro con il nastro adesivo che ha fatto il giro del mondo.

Cattelan, con la sua trovata concettuale, ha catalizzato l’attenzione globale: venduta da Sotheby’s New York per 6,2 milioni di dollari al collezionista Justin Sun, la banana è infine stata mangiata dallo stesso acquirente, diventando simbolicamente (e fisicamente) escremento umano. È da questo gesto estremo – e, per molti, ridicolo – che prende forma la risposta di De Cesario.

L’opera

“Conceptual Poop Art” nasce come elaborazione critica dell’escremento di quella banana diventata simbolo di un mercato dell’arte sempre più autoreferenziale e grottesco. De Cesario prende ciò che resta – o meglio, ciò che ne deriva – e lo trasforma in arte vera, concreta, visibile, visitabile. Con ironia e lucidità, il maestro salentino ribalta la provocazione di Cattelan e la restituisce al pubblico come riflessione sulla decadenza culturale e sull’assurdità delle valutazioni speculative nel mondo dell’arte.

La sede e l’esposizione

L’opera è esposta in modo permanente presso La Casa degli Artisti di Gallipoli, la galleria dell’artista, che rappresenta da anni un punto di riferimento per l’arte contemporanea in Salento.
L’ingresso è gratuito e l’opera è visitabile tutti i giorni dalle ore 18:00 alle 20:00, offrendo al pubblico non solo la visione di un lavoro provocatorio, ma anche l’opportunità di confrontarsi con un pensiero critico che scava nel senso più profondo del “fare arte” oggi.

Il contesto critico

De Cesario non è un outsider qualsiasi. La sua opera è stata analizzata e apprezzata da alcuni tra i maggiori critici d’arte italiani, tra cui Philippe Daverio, Giorgio Di Genova, Luciano Caramel e Federico Zeri. Le sue creazioni non si fermano all’estetica, ma diventano narrazione sociale, antropologia visiva, denuncia politica. “Conceptual Poop Art” si inserisce in questa traiettoria: un’opera che è insieme oggetto, gesto e messaggio.

Giorgio De Cesario – Peace Tree

2025, Legni marini, argilla, acciaio, ceramica smaltata
Esposta presso La Casa degli Artisti, Gallipoli

L’opera Peace Tree di Giorgio De Cesario nasce dall’incontro tra natura, memoria e impegno simbolico. Realizzata attraverso l’assemblaggio di materiali trovati in riva al mare, l’opera si compone di un grande tronco che funge da base e sostiene un secondo tronco più snello, dal quale si diramano diversi fuscelli. Alle loro estremità, l’artista ha inserito piccoli tubicini di argilla, ciascuno colorato secondo le tonalità dell’arcobaleno — potente richiamo visivo alla pace e alla speranza universale.

I due tronchi sono collegati tra loro tramite un vecchio girarrosto in acciaio, a sottolineare il contrasto e il legame tra ciò che è naturale e ciò che è stato trasformato dall’uomo. De Cesario immagina che questi legni provengano dalle coste del Medio Oriente, terre martoriate ma ricche di storia e umanità, e li riassembla per creare un simbolo benaugurante di pace nel mondo.

Alla base dei fuscelli compaiono delle lacrime di sangue in ceramica, emblema del dolore e delle sofferenze umane, contrapposte ai colori vivi e gioiosi dell’iride: una dicotomia che esprime il dramma e al tempo stesso la possibilità di redenzione.

Peace Tree è parte della mostra "Conceptual Poop Art", in esposizione presso la Casa degli Artisti di Gallipoli dal 2 agosto al 30 ottobre 2025. Durante questo periodo, i visitatori avranno la possibilità di lasciare la propria firma sul tronco principale dell’opera, trasformando il gesto artistico in una partecipazione collettiva al messaggio universale di pace.

 

Maria Cristina Maritati

La Casa degli Artisti Residenza D’artista

www.lacasadegliartisti.it

www.giorgiodecesario.it

MASCHERE, SENTIMENTI E COLORE DI GIORGIO DE CESARIO

di Emmanuel Mons delle Roche

La felicità non è evidente, sembra che Giorgio De Cesario voglia dire. I personaggi sono bianchi fra armonie cromatiche molto belle. Inoltre, essi sono plasmati come se avessero delle maschere, ma neppure queste riescono a nascondere la loro inquietudine, la loro difficoltà di vivere.
Sono bianchi (senza colori, o di tutti i colori?) in un universo ricco di colori, forse perché l’artista lascia allo spettatore la libertà di scegliere il suo colore; inoltre l’apparenza dissocia questi esseri dalla realtà : non sono capaci di comprenderla, e si fabbricano una maschera (che non nasconde i loro sentimenti, lo ripeto).
Forse il loro spirito (dissociato dal corpo e dalla realtà esterna, cosa che spiega questi colli lunghi), è di una natura diversa dalla realtà “tangibile”.
Nel lavoro di De Cesario credo ci sia tutto questo. Soltanto il suo autoritratto è differente: egli è soltanto bianco e “oggettivo”; gli altri sono neri: sono quindi l’incognita perfetta. Ma forse mi sbaglio sulle sue intenzioni.
La libertà che lascia la sua arte implica ugualmente quella da sbagliarsi.
Ne sono, in ogni caso, sedotto.

GIORGIO DE CESARIO E LA SUA INNOVATIVA TECNICA IN ARGILLA SULLA TELA

Di Giorgio Di Genova  Critico e storico dell’arte

Nel panorama dell’arte contemporanea italiana, Giorgio De Cesario si distingue come un autentico sperimentatore del visivo, capace di coniugare la materia plastica con la bidimensionalità della pittura in una sintesi ardita e profondamente personale. Le sue opere pittorico-scultoree, esplosioni di colore su supporti spesso non convenzionali, rivelano un atteggiamento che potremmo definire neo-barocco, dove l’eccesso diventa linguaggio e la teatralità si fa contenuto. L’invenzione tecnica di De Cesario – l’integrazione di volti modellati in argilla direttamente sulla superficie della tela – rappresenta un punto di rottura rispetto ai tradizionali limiti della pittura e della scultura.

È una soluzione che oltrepassa le categorie canoniche, inserendosi in una dimensione di arte totale, in cui la materia corporea dialoga con quella cromatica in una tensione continua. I suoi volti emergono dalla superficie come apparizioni ieratiche, icone contemporanee sospese tra sacro e profano, tra l’umano e il mitico. I colori vividi e squillanti, stesi su fondi sperimentali – sabbie, tessuti grezzi, materiali riflettenti – conferiscono alle sue composizioni una forza visiva quasi ipnotica. La cromia non è mai decorativa ma sempre strutturale, pensata come veicolo emotivo e psicologico.

Le sue tele si impongono allo sguardo come apparizioni rituali, in cui la presenza tattile della scultura incontra la vibrazione ottica del colore. In un'epoca in cui l’arte tende spesso all’astrazione digitale o alla ripetizione sterile di formule post-concettuali, De Cesario sceglie la via più difficile: quella della materia viva, della manualità che si sporca le mani di terra e di colore. I suoi lavori ci ricordano che la contemporaneità può ancora passare per l’artigianato d’autore, per la ricerca formale che affonda le radici nella tradizione mediterranea ma che guarda, senza paura, al futuro.

Giorgio De Cesario non solo propone una poetica visiva riconoscibile, ma firma, con la sua tecnica innovativa dei volti in argilla su tela, una delle più originali e coerenti operazioni di linguaggio dell’arte italiana degli ultimi decenni.

UN LINGUAGGIO NUOVO QUELLO DI DE CESARIO

DI Luciano Caramel

In un panorama artistico sempre più incline all’omologazione e al richiamo effimero, Giorgio De Cesario si distingue per una voce visiva profondamente personale, radicata nella sua terra salentina e al tempo stesso proiettata verso un linguaggio universale. Le sue opere coloratissime, spesso attraversate da tensioni cromatiche vibranti e cariche di una vitalità quasi tribale, rappresentano un raro esempio di fusione tra pittura e scultura, tra gesto e materia.

Particolarmente degna di nota è l’innovativa tecnica che De Cesario ha sviluppato: i volti in argilla applicati su tela, veri e propri rilievi che interrompono la bidimensionalità del quadro per affermarsi come presenze autonome, inquietanti e poetiche allo stesso tempo. Non si tratta solo di un’operazione estetica, bensì di una riflessione profonda sull’identità, sulla memoria collettiva e sulla stratificazione delle emozioni umane. Il volto, elemento ricorrente e iconico, diventa in De Cesario non tanto ritratto quanto archetipo: frammento dell’umanità, spirito della sua terra, maschera e verità. L’argilla – materia primordiale, terrestre – si fa tramite di una spiritualità arcaica ma ancora viva, che trova nella tela un altare contemporaneo.

Giorgio De Cesario non cerca il compiacimento; le sue opere provocano, destabilizzano, invitano a un dialogo silenzioso. È un artista che ha saputo creare un linguaggio nuovo, colto ma immediato, capace di evocare tanto la pittura espressionista quanto i graffiti rupestri, in un equilibrio sospeso tra passato e presente, tra il Mediterraneo e il mondo.

Giorgio De Cesario: il barocco mediterraneo in technicolor

di Philippe Daverio

È cosa rara, oggi, trovare un artista che osi colorare. Non intendo usare i colori, ma colorare il pensiero, vivacizzare la memoria, accendere lo spirito con una tavolozza che pare uscita da un sogno partenopeo, ma che ha letto Matisse e ha dialogato – magari in sogno – con Chagall.

Giorgio De Cesario è un caso a parte nella scena artistica italiana contemporanea: né concettuale né pop, ma paradossalmente entrambi. Il suo lavoro è una sorta di diario pittorico del Sud, intriso di umori mediterranei, eppure declinato con la leggerezza scenografica di un teatro dell’assurdo, in cui la figura umana si fa totem, simbolo, a volte maschera.

Il suo barocco è un barocco felice, solare, persino naïf – ma attenzione: naïf per scelta, non per limite.

È una ingenuità coltivata, come quella di certi poeti che fingono di essere semplici solo per colpire più a fondo. Le sue figure sembrano provenire da un folklore reinventato, da un Sud che non esiste più ma che vive eternamente nell’immaginario.

C’è in De Cesario una sorta di resistenza iconografica: in un mondo che disgrega, lui compone. In un mondo che frammenta, lui racconta storie intere, compatte, spesso dense di simboli, dove ogni elemento ha un ruolo quasi liturgico, anche quando è ironico o surreale. La sua arte è rituale e giocosa al tempo stesso: un rosario di colori acceso sotto il sole del Cilento, ma con echi che risalgono a Bisanzio, alla Napoli dei Vicere´, e – perché no – anche alla Palermo psichedelica di Franco Battiato.

E poi c’è la materia, che da sola meriterebbe un capitolo: De Cesario dipinge con una sorta di foga disciplinata, come se ogni pennellata fosse un atto di gioia ma anche di necessità. Le superfici vibrano, non cercano la perfezione fotografica, ma anzi, ci ricordano che l’arte è un’emanazione della vita, non la sua copia.

In definitiva, Giorgio De Cesario ci mostra che si può ancora essere pittori totali nel senso rinascimentale del termine: autori di un mondo, non solo di un’opera. E questo, in tempi di smaterializzazione culturale, è un atto rivoluzionario. Con il sorriso sulle labbra, ma pur sempre rivoluzionario.

La Cronaca trasfigurata dall’arte

di Carmelo Cipriani

De Cesario recupera fatti e protagonisti di scottante attualità calandoli in un’atmosfera da sogno. Sottratta al consueto linguaggio massmediale e depauperata delle connotazioni più turpi, la cronaca è riproposta sulla tela in termini plastico-pittorici. Designer, pittore, scultore, il poliedrico artista è artefice di un linguaggio singolare, sospeso tra aspirazioni astratte e figurazione naif.

Tela e argilla i medium privilegiati, utilizzati non in contrapposizione o secondo scelte aprioristiche, ma integrati sino a potenziare reciprocamente superficie e volume.

Da sfondi bidimensionali popolati da figure arabescate, emergono ieratici volti in argilla, archetipo dell’uomo contemporaneo, reso inespressivo e insensibile dall’incipiente omologazione.

La traslazione in un mondo fantastico conferisce allo spettatore un punto di vista distaccato, obbligandolo a riflettere sulle aberrazioni del mondo odierno, sulle tragedie quotidianamente procurate da inettitudine, disagio sociale e ignoranza.


 

lunedì 12 maggio 2025

Presentazione del libro "L'Aurora" di Antonio De Paolis ne La Casa degli Artisti Gallipoli



                                          La Casa degli Artisti – Via Lepanto 1, Gallipoli (LE)

Sabato 31 maggio 2025
Ore 19:00
Roof Garden panoramico fronte mare


Un momento di letteratura e di profonda emozione vi aspetta nella suggestiva cornice de La Casa degli Artisti di Gallipoli, dove il cielo si incontra con il mare sul Roof Garden più magico del Salento.

Questa presentazione è stata fortemente voluta dall’artista Giorgio De Cesario, fondatore e anima de La Casa degli Artisti, una residenza d'arte unica che da anni si distingue per la sua straordinaria missione: offrire gratuitamente i propri spazi a mostre ed eventi culturali anche di carattere internazionale.

Sabato 31 maggio, quindi, alle ore 19:00 si terrà la presentazione ufficiale del romanzo "L'Aurora" di Antonio De Paolis (Associazione Culturale PAV edizioni). L’autore è infermiere e scrittore ed intreccia la sua esperienza professionale con la sensibilità narrativa in una storia intensa e toccante.

Dialogherà con l’autore Antonella Casavecchia, esperta e stimata insegnante, profonda conoscitrice del mondo dell’infanzia, in un incontro che promette riflessione, empatia e condivisione.

Il libro racconta la storia vera della piccola Aurora, nipote dell'autore, una bambina di tre anni affetta da una rara e aggressiva forma di tumore, il retinoblastoma maligno bilaterale.

La narrazione attraversa i momenti più difficili della sua battaglia per la vita, ma anche quelli di speranza, amore e rinascita, proprio come l’aurora che squarcia le tenebre dopo una lunga notte.

Un romanzo che commuove, educa e ispira, dimostrando come la scrittura possa diventare strumento di resistenza e di cura.

Si ringraziano per la collaborazione CittadinanzAttiva, assemblea di Gallipoli, e il Circolo La Fenice.

Ingresso libero.
Vi aspettiamo per un tramonto ricco di parole, affetto e speranza.


 

lunedì 3 marzo 2025

LO ZOO- METROPOLITANO: tra realtà, mito e utopia di Max Hamlet Sauvage

  

                                                           Autore: Max Hamlet Sauvage

Titolo: “L’Ibrido Universo Metropolitano che indaga sul destino dell’Uomo”

Sede: “La Casa degli Artisti”, Via Lepanto, 1, Gallipoli (LE)

Periodo Mostra: dal 12 aprile al 4 Maggio 2025

Inaugurazione: Sabato 12 aprile 2025 ore 18.30

Orari di apertura: tutti i giorni dalle 16 alle 20

Ingresso: libero e gratuito

Curatori: Proff. Orsolina Fontò e Maria Cristina Maritati

Art director: Giorgio De Cesario

Catalogo disponibile in sede

 


Proseguono nel mese di aprile gli incontri culturali de La Casa degli Artisti di Gallipoli, residenza dell’artista Giorgio De Cesario, che questa volta ospita nella sua Galleria Permanente l’amico e stimato collega Max Hamlet Sauvage, poliedrico surrealista concettuale di fama internazionale, di origini gallipoline ma di formazione cosmopolita. Ha infatti viaggiato molto per il mondo, frequentando le più prestigiose scuole d’arte ed incontrando gli artisti e i critici più in vista del Novecento e del Nuovo Millennio.

La mostra, presentata dal noto scrittore Maurizio Nocera e costituita da 25 opere, è intitolata “L’Ibrido Universo Metropolitano che indaga sul destino dell’Uomo”: un titolo lungo ma che riassume in poche parole significative il messaggio personale dell’artista. Le opere in esposizione sono una sequenza narrativa nella quale si possono riconoscere i temi cari a Max Hamlet Sauvage: scollacciate figure femminili che si offrono ad ibridi maschili in cui le teste di uccello o animale fanno supporre l’“animalità” appunto che si nasconde dietro l’armoniosa eleganza.

A questo proposito lo storico dell’arte Enrico Crispolti ha commentato: “Si tratta di un mondo esplicitamente perverso, trattato con ironia, satira e sarcasmo, e con il divertimento di uno spirito graffiante che condanna chi mercifica l’immagine femminile e denuncia da sempre le nevrosi sessuali individuali e collettive che oggi sono diventate gossip e cronaca politica”.

Sempre dalle sue opere si evince la critica all’opulenta società occidentale che si congiunge ad una favolistica moderna rappresentata, alla maniera di Max Ernst, “da uccelli che vivono borghesemente e che con l’alta borghesia condividono bisogni e desideri erotici (Giorgio Di Genova, critico e storico dell’arte).

Max Hamlet s’ interroga inoltre su quello che potrebbe essere il destino dell’uomo, considerando l’irreversibile degrado della coscienza umana, il potere delle multinazionali, la sopraffazione crescente di alcuni stati su altri. S’interroga dunque su tutto ciò e Maurizio Nocera conclude: “Il suo sembra veramente uno zoo di figure umane che, davanti al crollo coscienziale dell’umanità e alla violenza dei poteri, fanno sperare in un domani di gioia orgasmica e alla trance liberatrice”.

Non a caso l’illustre Philippe Daverio, parlando di Max Hamlet, lo definì “uomo pungolo” che interroga le coscienze con scomode metafore di denuncia sociale ma piene del pathos di un genius loci ironico e irridente.

Tutto questo è narrato nelle opere incluse nella presente mostra che vanta la cura delle Proff. Orsolina Fontò e Maria Cristina Maritati e la collaborazione di CittadinanzAttiva, assemblea di Gallipoli, e del Circolo “La Fenice”.

Maria Cristina Maritati

LA CASA DEGLI ARTISTI

Residenza d’artista

www.lacasadegliartisti.it  


 

martedì 14 gennaio 2025

Presentazione del romanzo “Il Tempo Trafitto” di Ilaria Ferramosca


Proseguono ancora, nel mese di febbraio, gli incontri de La casa degli Artisti di Gallipoli, scrigno d’arte e cultura nel cuore del Salento. Conclusasi l’11 gennaio la mostra alienista “Peace and Love”, di cui il pittore e scultore Giorgio De Cesario è stato direttore artistico e curatore, sarà la volta della presentazione di un giallo: “Il tempo trafitto”, di Ilaria Ferramosca. L’incontro è inserito nel cartellone eventi del Movimento Alienista, di cui De Cesario è fondatore e mente propulsiva, insieme alla consorte, la professoressa Maria Cristina Maritati, entrambi padroni di casa nella casa-museo dove è ubicata la Galleria Permanente dell’artista.

Il romanzo è stato vincitore della prima edizione del Premio per inediti “Giallo e Nero di Puglia”, coordinato da Regina Cesta e realizzato dal Comune di Brindisi in collaborazione con la casa editrice Giunti, che lo ha pubblicato. Pur con gli stilemi della narrativa di genere che lo contraddistingue, il libro tocca diverse tematiche sociali: a partire dalla disabilità, il disagio psichico, la violenza di genere e quella sui minori. L’ambientazione principale è una cittadina del Salento, Porto Ionico, teatro di un efferato delitto che vede come principale sospettato il giovane Renato. Quest’ultimo è soprannominato “Magritte” per la sua innata abilità nel disegno, resa tuttavia surreale nelle modalità espressive, a causa di un ritardo cognitivo di cui soffre. Protagonista della vicenda è il consulente investigativo della difesa, Agopar, che con la psicologa Eliana Fiore è ingaggiato nell’ardua impresa di reperire prove a discolpa del giovane accusato. Nelle attività d’indagine, i due finiscono talvolta per scontrarsi con la subcultura del pregiudizio, dell’omertà e del clientelismo, che ancora oggi pervadono alcuni strati sociali del nostro territorio. Il tutto si dipana all’interno del magico scenario di una provincia leccese vivace, rappresentata nei suoi luoghi artisticamente più noti, con le sue specialità tipiche e le peculiarità del linguaggio vernacolare.

La scrittrice Ilaria Ferramosca è al suo esordio come autrice di romanzi, ma già nota nel panorama culturale italiano e internazionale, in quanto sceneggiatrice di graphic novel a sfondo sociale o biografico, tradotti in diverse lingue, con i quali ha vinto numerosi premi legati al mondo del fumetto e non solo. Tiene, inoltre, seminari e tavole rotonde sulla sceneggiatura presso scuole di fumetto del territorio nazionale, in università italiane e straniere, in fiere internazionali, come “Le Festival de la Bande Dessinée” di Montréal, in Canada.

A dialogare con l’autrice, Luana Prontera: giornalista del Quotidiano di Puglia e del web magazine “Articolo21”, nonché esperta di comunicazione, giurista e consulente legale. Gli intermezzi musicali sono curati dal chitarrista Giuseppe Ashram, che eseguirà una selezione di brani appositamente scelti. L’evento è realizzato in collaborazione con la libreria Giunti al Punto, di Gallipoli, che gestirà la vendita del libro.

Si ringraziano inoltre CittadinanzAttiva, assemblea di Gallipoli, e il Circolo La Fenice.

Ingresso libero, dunque, sabato 8 febbraio ore 18,00, presso LA CASA DEGLI ARTISTI residenza d’artista, via Lepanto 1, Gallipoli (LE). Tel. 0833 261865 – 3332720348.